Illustrazione in copertina di Rolling Stone Italia


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Isolani ed isolane, bentornati su Isola Nerd! Siamo giunti al quindicesimo giorno del calendario dell’avvento e vogliamo tornare a parlare di musica andando a recensire l’ultimo album di Travis Scott (“UTOPIA“) uscito nel luglio scorso.

Una carriera musicale tra alti e bassi

Travis Scott è un artista il cui flow è immediatamente riconoscibile. Assieme ad esso e al suo stile tipicamente trap si è consolidato come uno dei principali esponenti del rap e dell’hip hop degli ultimi 15 anni. Il punto di massima ispirazione artistica lo toccò probabilmente nel 2018, anno della pubblicazione di “Astroworld“.

Impossibile dimenticare le tracce di quell’album: “Sicko Mode e “Butterfly Effect” sono solo alcuni dei brani da ascoltare assolutamente, se si ha poca familiarità con questo genere musicale. Si parla in questo caso di pezzi ormai celeberrimi e quando vengono riproposti in uno dei suoi concerti, sono sempre accompagnati da una folle partecipazione del pubblico.

Gli spettacoli di musica live organizzati da Travis sono delle esperienze da vivere almeno una volta nella vita. Le movenze del rapper di Houston sono quasi demoniache e davvero in pochi al mondo possono vantare una simile capacità di coinvolgere il pubblico con questa veemenza.

C’è un luogo comune ricorrente nel mondo della musica: “la vera bravura dell’artista sta nel saper cantare anche dal vivo“. Spesso questa è una frase che esce dalla bocca degli stolti, degli invidiosi, ma per una volta voglio abbassarmi al loro livello e rispondergli: “Sì. Travis Scott sa suonare anche dal vivo e lo fa persino da Dio”.

Tuttavia, questa suo impeto spesso si traduce in un’arma a doppio taglio. Fu il caso di un evento organizzato da egli stesso proprio a Houston, città in cui risiede, dove ebbe luogo un evento terribile.

Si trattò dell’Astroworld Festival, cerimonia che si è tenuta dal 2018 al 2021, anno della catastrofe. Siamo a Novembre e dopo un attesa infinita causa COVID-19, i fan più sfegatati di Travis Scott potevano riabbracciare il proprio idolo e perciò l’atmosfera era elettrizzante. Probabilmente lo era troppo, dato che la folla si accalcò sotto il palco a tal punto da provocare centinaia di feriti e addirittura qualcuno ci lasciò la pelle. “The Show Must Go On” è il giuramento di Ippocrate degli artisti e di fatto Scott, che aveva assistito alla scena, decise lo stesso di continuare con la sua performance fino a che non fu costretto a fermarsi.

La sciagura dell’Astroworld Festival gli costò un allontanamento dai palchi statunitensi per 2 anni, ma ciò non gli impedì di continuare ad esibirsi nel resto del mondo. Ad ogni modo è innegabile che questo avvenimento costituì un vero e proprio schiaffo morale per l’artista, che dovette riacquisire credibilità attraverso la sua musica per tornare a deliziare le folle degli americani, riuscendoci comunque.

Travis Scott si è decisamente riconciliato con i suoi connazionali dopo la pubblicazione di questo ultimo album “UTOPIA”… Ma siamo stati effettivamente portati in una dimensione utopica? A breve la risposta!

Non è stata del tutto un’ “UTOPIA”

Devo ammettere che non sono un fan accanito di Travis Scott, ma ne riconosco il talento e l’aver ammaliato milioni di persone in tutto il mondo. Apprezzando la sua musica, ma non amandola, non potevo conoscere molto sul suo conto se non facendo qualche ricerca o parlando con alcuni dei miei amici che ne sono dei veri e propri fan boy.

Quel che ho capito di lui è che oltre alle straordinarie doti da performer sa associare uno stile figlio di uno dei principali interpreti dell’hip hop degli ultimi 20 anni: Kanye West. Innegabile è l’influenza che Kanye abbia esercitato nei confronti di Scott ed anche per questo i due sono eccezionalmente compatibili: il concerto del 7 agosto al Circo Massimo ne è la definitiva conferma.

Il live è stata la prima occasione di ascoltare dal vivo il suo nuovo album. Sfortunatamente non avevo potuto partecipare a quell’evento, ma mi sono comunque fatto raccontare l’esperienza da alcune persone che hanno assistito allo storico avvenimento. Il giudizio è stato unanime: UTOPIA è una bomba e dal vivo lo è ancora di più“.

Innanzitutto potrei aver giurato sul fatto che dal vivo sarebbe stato meglio che da studio, soprattutto se parliamo di un album inciso da Travis Scott, ma in ogni caso mi sento in dovere di dichiarare che l’album non è stato un capolavoro.

Potete immaginare la faccia dei miei amici quando hanno sentito la mia opinione su questo disco, ma c’erano aspettative troppo alte su di esso, visto che erano anni che lo si attendeva e, considerate anche le illustri collaborazioni con nomi del calibro di Drake, Bad Bunny, Beyoncé e 21 Savage, si poteva fare di più.

Ciononostante, il disco contiene comunque tracce orecchiabili e sarebbe ingeneroso considerarlo un fallimento. “MY EYES” la trovo molto radiofonica e “HYAENA” mi riporta indietro ai tempi del primo Travis.

Il brano che però preferisco di “UTOPIA” è “MODERN JAM“, poiché è quello con cui Scott ha osato di più. Egli è riuscito a conciliare in maniera esemplare andature moderne con quelle di inizio anni 80 e il risultato è sorprendente!

Nel resto dell’album ho trovato delle buone tracce, ma non mi hanno trasmesso nulla. Non sono mai riuscito ad ascoltare tutto l’album senza interruzioni, poiché ad un certo punto mi annoia. Ho notato poca ricerca di suoni nuovi e la sensazione che mi trasmette questo disco è che Trevis si sia accontentato di produrre roba già sentita.

Manca l’ambizione dal punto di vista artistico, che ho però solo nell’assegnazione del nome. Comunque, se scegli la denominazione “UTOPIA” devi poter fornire all’ascoltatore un qualcosa di mai prodotto prima e questo non è stato fatto.

In conclusione no: quest’album non mi ha proiettato per nulla in una dimensione utopica.


Originalità 🌴🌴

Orecchiabilità 🌴🌴🌴🌴

Testi 🌴🌴🌴

Probabilità di successo 🌴🌴🌴🌴


Il mio voto corrisponde al punteggio di 3,25/5: poco sopra la sufficienza. Delusione per un artista come Trevis Scott o sono stato io ad essere troppo severo?😂

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Avatar Michele Compagno

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