Illustrazione in copertina di The Verge


⏳ Tempo di lettura: 4 minuti

Aloha, isolane e isolani! In attesa dell’uscita definitiva del 18 gennaio, facciamo un salto nella Laguna dei Giochi per un’analisi della demo di questo nuovo Prince of Persia!

Quel retrogusto di rétro

Un biondo in abiti candidi, un castello atro avvolto dal silenzio, pieno di trappole e insidie, e 60 minuti per salvare la principessa. Cos’è rimasto di quel primissimo Prince of Persia del 1989 sviluppato da Brøderbund e del suo successore? Non molto. La serie ha avuto diversi riavvii nel tempo, adeguandosi ai tempi e cercando innovazioni.

Inizio di Prince of Persia del 1989, Isola Nerd
Inizio di Prince of Persia del 1989

Il reboot più significativo si ha dopo l’acquisizione del brand da parte di Ubisoft: cambia il protagonista, l’ambientazione e si opta per la terza persona in 3D, come nell’ultimo capitolo della trilogia originale. Non vengono cambiati gli elementi distintivi, come l’agilità del protagonista, le trappole e i trabocchetti. Ma, senza abbandonare gli elementi platform, diventa un gioco d’azione. Questa quindi è la struttura della serie che è rimasta dal 2003 con Prince of Persia: le Sabbie del Tempo fino al 2008, data dell’ultimo riavvio della serie.

Nel 2024 arriva l’ennesimo reboot, Prince of Persia – The Lost Crown, per PC, PlayStation, Xbox e Switch. Non solo cambiano storia e protagonista, ma si rivede proprio la struttura: si passa da 3D a 2.5D, e ciò che ne risulta è un action-platform a tutti gli effetti. Gli elementi della trama si rifanno a Le sabbie del Tempo e ai suoi seguiti/reboot, così come l’ambientazione, i nemici e gli ostacoli; tuttavia si sente in qualche modo il sapore dell’originale Prince of Persia, dato dalla inquadratura che torna a essere laterale, un ambiente stratificato che si è chiamati ad esplorare, l’utilizzo delle pozioni per guarirsi.

Trailer del gioco

Una nuova classica storia

Se finora il titolo di Prince of Persia si riferiva al protagonista, stavolta si riferisce al personaggio da salvare! In questo gioco impersoniamo Sargon, uno degli Immortali, guerrieri al servizio del regno di Persia. Il principe Ghassan infatti è stato rapito e condotto sul monte Qafun misterioso luogo in cui il tempo non sembra affatto scorrere normalmente.
La trama pare seguire un andamento piuttosto lineare (stando a quello che è possibile valutare dalla demo) e i dialoghi sono decisamente essenziali. Non mancano comunque elementi di lore (appena accennata), la quale pesca a piene mani dalla mitologia persiana, ma che comunque dà un minimo di profondità in più.

Una rivoluzione?

Il gioco si presenta in linea con i capitoli precedenti sotto diversi aspetti: il protagonista può saltare e scivolare, aggrapparsi a sporgenze, effettuare una serie di salti sui muri e giravolte intorno a pali per darsi lo slancio; ha a disposizione anche diversi poteri che lo aiutano in combattimento. Si introducono però anche nuovi elementi, come la possibilità di scattare in aria, così come fare acquisti e raccogliere oggetti da rivendere, nonché avvalersi di talismani che permettono potenziamenti e abilità.

Il gioco offre inoltre una mappa personalizzabile: non solo sarà possibile posizionare dei segnalini, ma si potranno contrassegnare punti della mappa con l’immagine del luogo, ideale per ricordarsi dove dover tornare.
Il tutto infatti è impostato per indurre il backtracking, e accedere a zone in primo luogo inaccessibili.

Combattimento nella foresta, Isola Nerd
Combattimento nella foresta

Contro i nemici si avranno a disposizione un paio di sciabole per il combattimento corpo a corpo e un arco “fantasma” per colpire a distanza, nonché vari poteri speciali.

Diciamo insomma che si tratta di un Metroidvania, che non innova nulla nel panorama videoludico, ma che dà una boccata d’aria fresca per il brand, pur mantenendo comunque continuità e riconoscibilità.

Un gioco che punta al grande pubblico

Dovendo riprendere in mano una serie che non si mostrava da tempo, Ubisoft Montpellier (lo studio di sviluppo) ha pensato di riproporla al pubblico sì rispettando il suo passato, ma volendo arrivare a quante più persone possibile. Ecco perché la modalità standard di difficoltà è tarata verso il basso. Un mondo disseminato di creature ostili e trappole in ogni dove lascia presagire un livello di sfida piuttosto arduo. Invece risulta tutt’altro che impegnativo. C’è di buono che si può però aumentare il livello di difficoltà.
Nonostante tutto, purtroppo il gioco non avrà il doppiaggio in italiano, ma solo i testi.

Sargon, protagonista del gioco, Isola Nerd
Sargon, protagonista del gioco

In conclusione, sebbene risulti molto derivativo, questo Prince of Persia The Lost Crown ha molta personalità e l’identità del brand è salvaguardata. Forse la direzione artistica non è sconvolgente, e anche la colonna sonora ha giusto quel che basta per evocare i toni mediorientali e niente più. Tuttavia in definitiva sembra un prodotto ben confezionato. Non osa in termini assoluti, ma è decisamente un apprezzato tentativo di recuperare e rimaneggiare un franchise di cui si sentiva la mancanza.

A questo punto però la domanda sorge spontanea: sarà questa la nuova direzione del franchise? Se così fosse, ci sarà solo da divertirsi.

Voi che ne pensate? Andrete a provare la demo? O comprerete direttamente il gioco completo? Diteci cosa ne pensate con un commento qua sotto!

Se ti va, dai un’occhiata agli ultimi articoli di Isola Nerd:

Avatar Alessandro Fantini

Published by

Lascia un commento