Illustrazione in copertina di Radio Monte Carlo

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Aloha, Isolane ed Isolani! 🌴 Il 24 maggio il cantautore statunitense Lenny Kravitz ha regalato ai suoi fan “Blue Electric Light“, suo ultimo disco. Si tratta del suo 12esimo album ed è uscito a distanza di 6 anni dal precedente, che prende il nome di “Raise Vibration“. Ha fatto un buon lavoro? Ora vi diciamo la nostra!

Vecchio? Ma come vi permettete?

Kravitz sembrava essere un po’ sparito dai radar musicali dopo aver pubblicato la sua penultima opera nel 2018. Di fatto, di lui si notava più cosa faceva al di fuori del suo core business e lo abbiam visto in varie vesti come quelle da attore, modello…

Il fisico marmoreo di Lenny Kravitz

Tuttavia, il buon Lenny ci ha totalmente smentiti. Nell’intervista che rilascia a Vanity Fair dove viene annunciato il disco, dichiara di essere più in forma che mai fisicamente e mentalmente, ma persino artisticamente:

“Rispetto a quando avevo vent’anni sono molto più bravo, concentrato e disciplinato”

Lenny Kravitz a Vanity Fair

Dunque, in vista dei suoi 60 anni compiuti due giorni dopo l’uscita dell’album, Lenny Kravitz ha voluto specificare a chiare lettere che non si sente assolutamente invecchiato e che ha ancora moltissimo da dare alla musica. Questo disco non è solo un regalo ai milioni di fan sparsi in tutto il mondo, ma è soprattutto rivolto a sé stesso. La gratitudine che prova nei suoi confronti è ben motivata, se ripensa ai sacrifici e alle rinunce che ha dovuto affrontare per arrivare sin dove è arrivato.

Gli anni passano, ma l’artista non sembra mai scollegato dai tempi attuali e ha dimostrato sempre di sapersi aggiornare: questo è il vero elisir dell’eterna giovinezza.

Il suo stile musicale funziona sempre

Lenny Kravitz ha scelto di non discostarsi dal suo modo caratteristico di fare musica e devo dire che gli riesce ancora molto bene. La voce non sembra invecchiata neanche un po’ e quindi non teme assolutamente i falsetti che contraddistinguono le sue canzoni.

I suoni che ricerca sono più o meno sempre gli stessi rispetto alle precedenti pubblicazioni, ma va detto che ha un ampio repertorio di generi da proporre che sa integrare davvero alla grande. Le sue capacità canore sono versatili e vanno ad incastonarsi molto bene con il rock, il soul e il funk.

Sono presenti anche dei pezzi ballad come l’ultima traccia del disco che prende il nome dell’album e un riferimento (?) a “When the levee breaks” dei Led Zeppelin presente in “paralyzed“.

Il brano di Led Zeppelin IV
La traccia che, come potete ascoltare, somiglia al brano dei Led Zeppelin

Blue electric light” è un omaggio che Kravitz rende all’amore e ne fa un discorso che fa a sfociare in due vie: l’aspetto spirituale e carnale. Effettivamente, la nona traccia del disco si intitola “Love is my religion” ed è la sublimazione del suo rapporto con questo tema che nel panorama della musica pop – e non solo – è e sarà sempre incandescente.

Prima di rivelarvi il nostro giudizio, mi è doveroso però segnalare che alcune tracce sono più lunghe del dovuto secondo me, anche se Lenny sa sempre farsi perdonare con dei grandi assoli. Ad ogni modo ritengo che l’attuale pubblico sia un po’ restio ad ascoltare canzoni che superino i 4 minuti.


Originalità 🌴🌴🌴

Orecchiabilità 🌴🌴🌴🌴

Testi 🌴🌴🌴

Alchimia musica – testo 🌴🌴🌴

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3,25/5 🌴 è pertanto il voto complessivo dell’ultimo album di Lenny Kravitz. Non è un album che lascerà il segno nella storia della musica, ma che ti regala degli spassosi attimi. Devo dire però che ascoltarlo tutto insieme non è stato il massimo e consiglio di sentirvelo poco alla volta.

Anche voi lo avete ascoltato? Cosa ve ne pare? Diteci la vostra nei commenti!

Avatar Michele Compagno

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2 risposte a “Lenny Kravitz: l’età è solo un numero”

  1. Avatar Mattia
    Mattia

    Ciao, premetto con il dire che l’album mi è piaciuto molto e condivido il fatto che per l’età che ha dimostra ancora tanta voglia di fare. Il fatto che abbia doti canore che si adattano al rock, al soul e al funk è normale visto che sono i suoi generi di appartenenza. Devo dissentire sul fatto che il pubblico non è piú abituato a canzoni con la durata superiore ai 4 minuti: forse la maggior parte della gente che ascolta musica commerciale come pop, trap si è abituata a minutaggi da streaming, ma posso assicurare che chi ascolta musica un pó piú impegnativa (non per denigrare i generi sopracitati) ascolta ancora volentieri pezzi “lunghi”.

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    1. Avatar Michele Compagno

      Ciao, Mattia! Grazie per aver condiviso la tua opinione. Io credo che ormai le canzoni hanno visto la propria durata media abbassarsi. Credo sia una richiesta delle case discografiche vedendo che ora la soglia di attenzione si riduce sempre di più. Lenny è un artista che ha sempre scelto quel che piaceva fare a lui ed è molto libero sotto questo punto di vista. Ad ogni modo, anche io sono un ascoltatore al quale non piace molto ascoltare canzoni di più di 5 minuti, ma se queste contengono degli assoli e/o un cambio di ritmo della strumentale che stacca un po’ da tutto lo spartito iniziale, a mio avviso va più che bene.

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